Storia

Panorama di CerasoÈ molto probabile che i greci di Focea e di Velia abbiano percorso tutto il territorio dell’odierno Comune di Ceraso nel salire alle Terre Rosse e al passo Beta.
E non è da escludere che alcuni di essi, alla ricerca di buon legname per alimentare il cantiere navale di Velia, si fossero fermati, e poi trattenuti, sull’ampio terrazzo di fiume (fiume Palisco = montano, oggi Palistro) alla cui foce era il porto settentrionale di Velia. Località che apparve loro assai ridente, vista dall’alto delle Tempe, ricca com’era di piante di ciliegio del genere prunus. Un terrazzo circondato da annose piante d’alto fusto.
Certamente vi si trattennero quando la località divenne un importante nodo viario. Vi giungeva, infatti, la via fluviale, la via lungo il Palistro; passava a poca distanza da quel luogo, la via per le Terre Rosse; di là partiva la comoda via che per le odierne Coste delle monache portava al passo Alfa (Cannalonga) e di là nel Vallo di Diano.

Ceraso.
La prima notizia documentata di Ceraso, una pergamena di Papa Eugenio III, risale  al 6 maggio 1149, anche se alcuni elementi, il culto di San Nicola di Mira, il toponimo, Kerasous che ci riporta alla città omonima nel Ponto, fanno pensare che il borgo fosse stato fondato prima dell'anno 1000.
Il borgo sorse intorno ad un importante via di collegamento “La Via del Sale” che collegava le vie Veline con la costa Ionica. La sua importanza crebbe quando durante l’età romana fu aggiunta un’altra via oggi chiamata “Costa delle Monache”, che collegava il paese con una stazione daziaria romana “Corneto”oggi Vallo della Lucania e durante il Medioevo aveva raggiunto un notevole sviluppo socio economico.
 

Massascusa

E' molto probabilmente il primo centro abitato che si è formato nell'attuale territorio di Ceraso. Dopola distruzione di Velia del 673, gruppi di profughi ai quali tramite il libellum (la libertà in cmbio del lavoro) ,la chiesa garantiva la sopravvivenza. Altro elemento che conferma l'epoca delle orogini di Massascusa è l'intitolazion della chiesa più antica del paese ad un papa, San Felice, che per primo sollecitò donativi in favore di una chiesa.
Agli inizi del secolo scorso rivesti particolare importanza per il paese  la presenza unica industria presente nella zona. I fratelli  Ravera costruirono alla località San Sumino uno stabilimento per l'estrazione dell'acido tannico, che d iede notevole sviluppo all'economia rurale e contrastò il fenomeno dell'emigrazione, molto sentito in quegli anni, perché ai residenti non mancò il lavoro.

 

San Biase

Il primo documento che attesta l'esistenza di San Biase come centro abitato già costituito, risale all'anno 993, ma il toponimo ci riporta a qualche secolo più indietro. Probabilmente un gruppo di fedeli armeni di Sebaste a causa delle alle persecuzioni iconoclaste fuggì imbarcando una parte dei resti mortali di San Biagio. E' probabile che da Maratea, dove i cristiani del luogo accolsero le reliquie del Santo, negli esodi dovuti ai continui attacchi dei saraceni, gruppi di famiglie risalirono verso nord portando con se il culto del loro Santo. L denominazione dell'abitato infatti è un agionimo, riproduce cioè il nome del Santo a cui era intitolato il primo luogo di culto attorno al quale si formò il paese.

 

Santa Barbara

 

Scavi archeologici hanno messo in luce reperti risalenti al V secolo a,C,; evidentemente la zona doveva essere ben nota agli abitanti di Velia, i quali dovevano aver istituito un avamposto sul colle della contrada San Nicola. Infatti su un tratto del colle stesso, spianato per ricavarne un'area da adibire alla battitura del grano, emersero antiche tombe con resti umani.

Alla presenza dei monaci greci deve essere attribuita la fondazione di Santa Barbara, già esistente come chiesa nel 977, (Codex Diplomaticus Cavensis), probabilmente con un piccolo abitato, e poi cenobio greco. Il primo documento ufficiale che attesta l'esistenza dell'Università di Santa Barbara è un diploma del 1005: in esso si attesta chiaramente che esisteva un nucleo abitativo costituitosi con l'arrivo del primo monaco di Velia. Le pergamene ci informano di Igumeni, del flumen Bruca e del Mons Trevorio, notizie tutte che confermano l'arrivo dei monaci nel luogo da Velia, attraverso la via Bruca. I monaci favorirono lo sviluppo del centro abitato e costruirono un Cenobio dedicato a Santa Barbara, di cui ancora oggi esistono alcuni resti.

 

Petrosa - Metoio

Quando il Comune di Ceraso iniziò la bonifica della località Fabbrica e provvide alla quotizzazione del terreno demaniale  collinare, che un tempo era appartenuto alla Badia di Pattano, in favore delle famiglie povere, si era nel 1919, nacquero e si svilupparono gli abitati di Petrosa e Metoio

 Petrosa è la più giovane tra le frazioni, in quanto è stata elevata a frazione solo il 16 febbraio del 1959, il nome trae origine dalla natura del suo terreno.

 

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